Il curatore di questo sito non ha nessuna qualifica o titolo in campo letterario. Le recensioni pubblicate vanno pertanto intese come semplici opinioni personali.
Detroit, Michigan (USA)
28 marzo 1909
Long Island, New York (USA)
9 maggio 1981
Nelson Algren è stato uno dei più rappresentativi narratori dei derelitti e dei miserabili ai margini della società capitalistica statunitense del ventesimo secolo, tanto da essere fatto oggetto di accuse di filo-comunismo agli inizi della propria carriera di scrittore.
La lettura di "Walk on the wild side" mi ha fatto apprezzare il suo umorismo raffinato nel raccontare lo svolgersi di esistenze tanto desolate quanto quelle dei suoi protagonisti.
La Chicago raccontata da Algren nei suoi romanzi è corrotta e spietata e non lascia scampo agli esponenti degli strati più bassi della società, destinati a vegetare in luoghi sordidi per generazioni. Falliti, ubriaconi, e prostitute si arrabattano nelle pagine di Algren per strappare ancora un giorno a una vita che li ha messi alle corde e li costringe spesso gli uni contro gli altri in una squallida lotta per la sopravvivenza.
Non c'è molto da ridere nelle vicende narrate da Algren, eppure l'autore riesce a strappare spesso un sorriso, anche se amaro, al lettore, con le sue trovate che esaltano lo spirito di adattamento e l'inventiva di personaggi ancora non domi, nonostante le condizioni in cui si ritrovano.
Le opere di Algren rappresentano una lettura affascinante, anche se probabilmente non adatta a tutti i "palati".
I libri che ho letto:
Walk on the wild side
(A walk on the wild side - 1956)
Nelson Algren è stato lo scrittore dei diseredati e degli sconfitti d'america e in "Walk on the wild side" ci narra le vicende di un tipico rappresentante di questa società che vive di espedienti, senza alcuna garanzia del futuro. Con una buona dose di ironia, spesso amara, Algren ci accompagna nei vagabondaggi del protagonista attraverso il lato più buio dell'America, quello afflitto dalla miseria più nera, in cui anche mettere insieme qualcosa da mangiare non è affatto scontato, e in cui la truffa e il raggiro appaiono spesso come le uniche soluzioni possibili per cercare il riscatto in una società in cui solo il possesso sembra portare rispetto e considerazione. E' una guerra tra poveri quella cui sono costretti i disperati che vivono ai margini della società, perchè raramente si può riuscire a defraudare chi ha soldi e potere anche solo di una piccola parte di questi, e così le vittime degli espedienti per la lotta per la sopravvivenza sono spesso altri "morti di fame" che magari stanno soltanto un pochino meglio perchè hanno un tetto sulla testa o un lavoro alienante e malpagato. Nonostante il romanzo faccia riferimento all'America del dopo "grande depressione", si tratta di un libro sempre attuale, a causa delle successive crisi economiche globali e del divario sempre maggiore tra chi possiede ricchezza e chi non ha nulla.
Le notti di Chicago
(Chicago: City on the make - 1951)
"Le notti di Chicago" è una raccolta di racconti decisamente emblematici delle tematiche tanto care ad Algren e protagonisti e comprimari di queste storie sono immancabilmente dei perdenti. Ubriaconi talmente votati al consumo di alcool da non poter nemmeno più essere annoverati tra le schiere dei vivi, la cui esistenza si consuma, giorno dopo giorno, nelle stesse bettole malfamate dei bassifondi di Chicago. Mutilati che rivendicano una distorta parvenza di dignità attraverso la violenza e l'odio. Prostitute ridotte a grottesche caricature di donne.
Con la sua singolare maestria, riconosciutagli anche da Hemingway, Algren tratteggia un affresco potente delle condizioni umane più misere che non mancano di affascinare il lettore per la curiosità un pò perversa di scoprire di cosa è capace l'animo umano in situazioni tanto estreme, augurandosi ovviamente di non doverle mai sperimentare personalmente.
Non manca la consueta dose di ironia a stemperare le atmosfere cupe e inquietanti di questi racconti.
"Le notti di Chicago" è una lettura decisamente consigliabile, a patto di avere sufficiente pelo sullo stomaco: come ha detto il già citato Hemingway, infatti, stando a quanto riportato in quarta di copertina, "...non dovreste leggerlo se non sapete come si incassa un colpo".