Il curatore di questo sito non ha nessuna qualifica o titolo in campo letterario. Le recensioni pubblicate vanno pertanto intese come semplici opinioni personali.
Tacoma, Washington (USA)
30 gennaio 1935
Bolinas, California (USA)
16 settembre 1984
Richard Brautigan è un autore complesso e controverso appartenente alla "Beat Generation". Naturalmente non pretendo di darne una interpretazione analitica ma mi limito, come per tutti gli altri autori citati in questo sito, a condividere le mie personali considerazioni derivanti dalla lettura delle sue opere.
Leggendo il suo famoso "Pesca alla Trota in America" ne ho ricavato una immagine delirante e anticonvenzionale comune a molte altre figure della beat generation e, sinceramente, ho fatto fatica a seguire l'autore nelle sue divagazioni, che appaiono sovente fini a se stesse, nonostante le mie precedenti esperienze di lettura di autori come Kerouac.
Invece "Sognando Babilonia" appare più convenzionale, tanto nello sviluppo quanto nel linguaggio, pur restando un romanzo assolutamente atipico, e in "American Dust" l'autore tocca vette di lirismo ed introspezione che mi apparivano insospettabili dopo la lettura delle altre due opere. Non so se questo abbia qualcosa a che fare con la diagnosi di schizofrenia paranoide che è stata sentenziata nei confronti dell'autore in giovane età, ma immagino che Brautigan possa essere un personaggio troppo complesso per una lettura distratta o di svago. Se volete provare a leggerlo vi suggerisco comunque di iniziare da "American Dust" o "L'aborto".
I libri che ho letto:
Pesca alla trota in America
(Trout Fishing in America - 1967)
"Pesca alla Trota in America" è il lavoro più noto di Richard Brautigan, esponente della "Beat generation", e sfugge alle normali classificazioni. Non è certamente un romanzo nel senso comune del termine, data l'assenza di una vera trama e lo sviluppo delirante della narrazione.
Personalmente non sono proprio riuscito ad apprezzarlo, anche se normalmente gradisco la lettura di opere anticonvenzionali un pò folli (basti dire che il mio autore preferito è Hunter S. Thompson), che però siano anche brillanti o profonde, o entrambe le cose. Invece "Pesca alla Trota in America" mi è parso più come un mero esercizio di estro compositivo, agevolato da vari stati di alterazione, e abbastanza fine a se stesso, quasi un gioco personalissimo cui l'autore si concede.
Forse è solo a causa di un limite mio, che sono evidentemente in parte vincolato ai canoni classici della narrativa (ad alcuni, almeno, come la presenza di una trama o di un messaggio), ma non ho saputo entrare in contatto con l'autore e capire cosa volesse esprimere, e per questo il libro non mi è piaciuto.
Una donna senza fortuna
(An Unfortunate Woman: A Journey - 1982)
Questo libro costituisce l'ultimo scritto di Richard Brautigan prima del suicidio avvenuto soltanto due anni dopo. Scritto sotto forma di diario, che l'autore preferisce definire "cartina-calendario" per assecondare le proprie peregrinazioni, "Una donna senza fortuna" si trasforma rapidamente in un pretesto per permettere a Brautigan i suoi consueti voli pindarici, che lo hanno reso famoso come autore "strampalato" anche per i canoni della beat generation.
Con un candore che a tratti rasenta l'infantilismo, Brautigan condivide con il lettore riflessioni ed osservazioni totalmente in libertà, ricorrendo spesso a giochi logici o a situazioni paradossali ideate per il puro gusto dell'immaginazione, partendo da episodi reali alla cui narrazione dedica in realtà poco spazio.
Ma in questo libro c'è dell'altro, oltre al noto spirito canzonatorio dell'autore, perchè in esso si percepisce chiaramente un retrogusto amaro, addirittura un senso di morte incombente che aleggia anche sulle fantasticherie più divertenti. E' Brautigan stesso a mantenere questo drammatico file rouge nella narrazione, inserendovi riferimenti sibillini alla tragica scomparsa della precedente occupante del suo appartamento e, nella parte conclusiva, ad una sua amica malata di cancro, spingendosi fino a fare dell'umorismo macabro che probabilmente vuole essere il suo modo per esorcizzare la morte.
L'aborto. Una storia romantica.
(The Abortion. An Historical Romance. - 1970)
Essendo già avvezzo alla originalità eccentrica di Brautigan, di questo breve romanzo mi ha colpito la delicatezza con cui l'autore narra una vicenda, tutto sommato, penosa.
L'idea di una biblioteca che accolga i manoscritti inediti di qualunque aspirante scrittore si presenti alla sua porta non può non affascinare il lettore e appare il contesto ideale in cui collocare il candore del protagonista che nemmeno si chiede per chi lavori nè pretenda di essere pagato per farlo.
Lo stile volutamente elementare, dai vaghi toni fiabeschi, accarezza e coccola il lettore fino alla conclusione della storia, cui giunge rapidamente e senza fatica attraverso un susseguirsi di brevissimi capitoli.
"L'aborto" è forse il libro più emblematico della produzione di Richard Brautigan, in cui ritroviamo tutti gli elementi caratteristici del suo stile e, per tale motivo, ne consiglio la lettura a chiunque voglia avvicinarsi a questo autore. Per chi già conosce ed apprezza l'opera di Brautigan è invece assolutamente imperdibile.
Sognando Babilonia
(Dreaming of Babylon - 1977)
*recensione non ancora pubblicata*
American dust
(So The Wind Won't Blow It All Away - 1982)
*recensione non ancora pubblicata*
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