Paris (FRA)
1967

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Questo romanzo di David Gilbert fa parte della schiera dei tanti libri che ho acquistato "alla cieca" per soddisfare la mia inesauribile fame di nuove letture e mi ha regalato diversi giorni di piacevole intrattenimento, oltre a inaspettati spunti di riflessione.
L'idea alla base della trama è piuttosto originale e, attraverso lo sguardo di un protagonista insolito, ci proietta nello strano mondo della sperimentazione farmacologica su soggetti umani volontari. Non so quanto di vero ci sia nelle modalità di sperimentazione illustrate nel romanzo ma ho trovato affascinante l'ambientazione della storia.
Sono rimasto favorevolmente impressionato dallo stile di David Gilbert, decisamente scorrevole e brillante, tanto brillante che, nonostante la storia non sia poi allegra, la lettura de "I normali" mi ha strappato più di una risata. Ho trovato particolarmente azzeccate le numerose e spesso dissacranti allegorie che l'autore utilizza per illustrare il cinico anticonformismo del protagonista Billy Schine.
Le vicende narrate si collocano nell'estate del 1999 e ci restituiscono un affresco disincantato della Grande Mela (New York), e della società occidentale in genere, alle soglie del nuovo millennio, tra i rigurgiti dello "yuppismo" e le chiare avvisaglie della epocale crisi di valori che tutt'ora stiamo attraversando.
Una lettura piacevole e stimolante, che consiglierei a tutti.