La Junta, Colorado (USA)
17 settembre 1935

Eugene, Oregon (USA)
10 novembre 2001

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Credo di essere un pò prevenuto nei confronti dei romanzi da cui sono stati tratti film di successo, forse perchè tendo a stare alla larga da quel che piace alla maggioranza della gente. Probabilmente per questo motivo non avevo ancora letto un capolavoro come "Qualcuno volò sul nido del cuculo", di Ken Kesey.
Pubblicato per la prima volta nel 1962, questo romanzo non è solo piacevole da leggere e ricco di pathos, ma offre anche spunti di riflessione incredibilmente attuali sulla omologazione della società e su come quest'ultima tenda inesorabilmente a proteggersi emarginando e annientando quelle che considera pericolose "eccezioni".
Dal punto di vista stilistico poi (per quanto io non sia affatto titolato ad esprimere giudizi in tal senso) l'ho trovato quasi impeccabile, sia nella struttura che nel linguaggio. Dato che la voce narrante appartiene non al protagonista della storia ma ad uno degli ospiti del "manicomio" l'autore può lasciarsi andare a descrizioni "follemente simboliche" delle situazioni, con una efficacia che una narrazione più realistica e lucida non potrebbe eguagliare.
"Qualcuno volò sul nido del cuculo" è un libro avvincente, emozionante, struggente. In poche parole, da leggere assolutamente.