Il curatore di questo sito non ha nessuna qualifica o titolo in campo letterario. Le recensioni pubblicate vanno pertanto intese come semplici opinioni personali.
New York, New York (USA)
19 febbraio 1964
I libri che ho letto:
Amnesia moon
(Amnesia Moon - 1995)
A mio avviso "Amnesia Moon" non è uno dei romanzi migliori di Lethem, anche se rimane una lettura godibile, ma è senz'altro uno dei più visionari ed onirici. Sebbene si tratti di una storia davvero molto fantasiosa, la narrazione non è mai troppo criptica per il lettore, e si intravedono chiaramente alcune interpretazioni metaforiche della società moderna che lascia che pochi individui plasmino la realtà di tutti. Probabilmente gli amanti dei romanzi tradizionali preferirebbero una trama di senso più compiuto e palese e, detto fuori dei denti, non si tratta di una lettura "per tutti". Ad ogni modo, se non avete mai letto Lethem, personalmente non vi consiglio di cominciare con questo romanzo.
L'inferno comincia nel giardino
(The Wall of the Sky, The Wall of the Eye - 1996)
Raccolta di sette racconti che ritengo essere abbastanza emblematica della produzione di Jonathan Lethem, "L'inferno comincia nel giardino" è un autentico inno alla fantasia oltre che un monumento al grande talento dell'autore.
Il lettore si trova catapultato nel mondo di Lethem, un mondo in cui è possibile incontrare personaggi delle fiabe o dei cartoni, così come simulazioni digitali di esseri umani. Lethem è capace di utilizzare temi della cultura popolare, quali lo sport o i videogiochi, piegandoli alle assurde leggi che regolano i suoi universi fittizi e risultando allo stesso tempo credibili in virtù di una logica visionaria ma sempre coerente.
I racconti di questa raccolta, come il titolo lascia intuire, sono pervasi da quello che definirei un sottile senso di angoscia, un'atmosfera gotica dal retrogusto amaro che li rende probabilmente inadatti al pubblico più giovane. Ma il lettore più maturo non può, a mio avviso, non restare affascinato dalla forza e dalla efficacia delle allegorie utilizzate da Lethem.
"L'inferno comincia nel giardino" è un capolavoro del surrealismo moderno, ad opera di una delle menti più geniali dell'intero panorama letterario contemporaneo, e rappresenta un buon punto di partenza per chi volesse avvicinarsi alla produzione di Jonathan Lethem.
A ovest dell'inferno
(*antologia originale italiana* - 2002)
A differenza della precedente raccolta "L'inferno comincia nel giardino", questa seconda piccola antologia dedicata a Jonathan Lethem da Minimum Fax non è la traduzione di un volume pubblicato in America ma è una selezione originale di scritti dell'autore con un titolo arbitrariamente scelto per suggerire una ideale continuità tra i due libri.
"A ovest dell'inferno" si compone di tre racconti e di altrettanti, brevi, saggi autobiografici che impreziosiscono il volume aiutando il lettore a conoscere meglio questo autore così eclettico e brillante.
Le "short stories", ancor più dei romanzi, sono l'ambito in cui Lethem concede libero sfogo alla propria mirabile fantasia ed i racconti di questa raccolta non fanno eccezione, presentandoci immaginari mondi futuri che rappresentano, sotto vari aspetti, una grottesca caricatura della società moderna.
Sebbene di Lethem io preferisca i romanzi, ho apprezzato questo libro soprattutto per i conclusivi saggi autobiografici e non avrei comunque permesso che mancasse alla mia collezione di opere dell'autore, uno dei miei favoriti in assoluto.
Memorie di un artista della delusione
(The Disappointment Artist - 2005)
Quando si adotta un autore tra i propri favoriti si tende a leggere tutto ciò che questi scrive e pubblica, ed è quello che sto facendo io nei confronti di Jonathan Lethem.
"Memorie di un artista della delusione" non è un romanzo e non è nemmeno una raccolta di racconti bensì una selezione di saggi ed articoli pubblicata in America nel momento di maggior popolarità di Lethem e riproposta in edizione italiana dalla Minimum Fax.
I temi affrontati dall'autore sono i più disparati e rappresentano in qualche modo le passioni più autentiche che Lethem coltiva da una vita, dall'amore per la città di New York, a quello per i fumetti Marvel e per la science fiction, a quello per il cinema e per la musica. Personaggi come il disegnatore Jack Kirby, lo scrittore Philip K. Dick ed il regista John Cassavettes vengono analizzati in modo originale da un Lethem che tenta di mettere in relazione la loro influenza sulla sua maturazione di uomo e di artista.
Toccante il brano "Le vite dei bohemièn" in cui Lethem ripercorre l'evoluzione artistica del padre pittore attraverso ricordi spesso dolorosi di vita familiare.
Conclude la raccolta un lunghissimo pezzo scritto da Lethem per la rivista Rolling Stones in cui l'autore racconta il privilegio da lui vissuto nell'affiancare James Brown e la sua leggendaria band durante la preparazione di un tour europeo.
Un libro consigliato solo ai più fedeli estimatori di Lethem, tutti gli altri corrano a comprare e leggere "Chronic City".
Men and Cartoons
(Men and Cartoons - 2004)
Sebbene sia generalmente più facile comprendere ed apprezzare uno scrittore dai suoi romanzi, autori come Jonathan Lethem sembrano esprimere più liberamente il proprio estro artistico nei confini più angusti del racconto.
"Men and Cartoons" è infatti una raccolta di racconti, ambientati per lo più in versioni vagamente distopiche del nostro presente, in cui Lethem sfoggia il proprio geniale gusto per il surreale ed il grottesco. Spesso sono proprio alcune delle reali caratteristiche del nostro tempo ad essere amplificate e distorte dall'autore, come nel secondo racconto del libro, "Videoappartamento", in cui Lethem immagina una intera classe di "forzati della pubblicità" costretti a veicolare messaggi promozionali.
Lethem ricorre ad una sorta di "redutio ad absurdum" per mostrarci le estreme conseguenze delle strade intraprese dalla moderna società occidentale, facendo desiderare al lettore che tali potenzialità della realtà che ci circonda non vengano mai definitivamente esplorate.
"Men and Cartoon" deve il suo titolo alla passione dell'autore per i fumetti Marvel ma, se si escludono alcuni riferimenti nei racconti, il libro non ha poi grande correlazione con il mondo dei comics. Se ancora non conoscete l'opera di Jonathan Lethem, questo libro rappresenta un buon punto di partenza.
I giardini dei dissidenti
(Disident Gardens - 2013)
Se avete letto le altre recensioni presenti in questa pagina, saprete che sono un estimatore dell'opera letteraria di Jonathan Lethem. E' con un pò di imbarazzo, quindi, che confesso di aver faticato a portare a termine la lettura de "I giardini dei dissidenti", nonostante fossi personalmente affascinato dai temi trattati, probabilmente per la mia inadeguatezza come lettore ad un romanzo tanto complesso ed ambizioso.
Con un linguaggio ricercato, quasi elitario, Lethem ripercorre le vicende di personaggi singolari, legati da vincoli di sangue eppure tanto distanti tra loro, lungo buona parte del ventesimo secolo, con sullo sfondo aspetti misconosciuti o addirittura rinnegati della storia statunitense, come il comunismo americano (ebbene sì, c'è stato un partito comunista anche negli "states") e le relazioni interrazziali.
A dare il titolo al romanzo è un parallelo che l'autore compie, attraverso le parole di uno dei personaggi, tra i "Sunnyside Gardens" di New York ed i Gärten der Dissidenz di Dresda, città simbolo della atrocità di cui anche le forze democratiche occidentali furono capaci in guerra. A prescindere dalle implicazioni storiche, sociali e politiche (per quanto sia impossibile leggere una simile opera prescindendo da tali aspetti), l'intero libro (come altre opere di Lethem) è un atto d'amore nei confronti della città di New York, con tutte le sue storture, o forse proprio per queste, emblematiche delle contraddizioni dell'intera civiltà occidentale.
"I giardini dei dissidenti" è una lettura impegnativa, che mi ha lasciato col sospetto che la mia ancora acerba maturità di lettore non mi abbia consentito di apprezzarne appieno la grandezza.
Concerto per archi e canguro
(Gun, with Occasional Music - 1994)
*recensione non ancora pubblicata*
Oggetto amoroso non identificato
(As She Climbed Across the Table - 1997)
*recensione non ancora pubblicata*
Testadipazzo
(Motherless Brooklyn - 1999)
Questo romanzo è stato il primo di Jonathan Lethem che io abbia letto, e l'avevo acquistato al tempo in cui mi dilettavo a leggere soprattutto romanzi noir e detective stories, senza attendermi particolari vette artistiche. Già, perchè "Testadipazzo" (o "Motherless Brooklyn" o "Brooklyn senza madre", a seconda dell'edizione italiana), narra le vicende di un singolare investigatore newyorkese, affetto dalla sindrome di Tourette. Ma l'ambientazione apparentemente dozzinale è soltanto il pretesto per l'autore per sviluppare un'opera dalla complessità e profondità insospettabili, quelle stesse complessità e profondità che mi hanno poi fatto letteralmente innamorare di questo autore, spingendomi a leggere tutto quel che di suo viene pubblicato.
Lasciarsi trascinare dalle atmosfere evocative e quasi oniriche create da Lethem è quanto di pił vicino alla pura gioia di leggere, a mio modesto parere. Consiglio a tutti di leggere questo romanzo, che forse non è il pił apprezzato di Lethem, ma che per me ha costituito un ottimo punto di partenza alla scoperta dell'opera dell'autore.
Per i cinefili, segnalo che da questo romanzo è stato tratto l'omonimo film "Motherless Brooklyn".
La Fortezza della Solitudine
(The Fortress of Solitude - 2003)
*recensione non ancora pubblicata*
Non mi ami ancora
(You Don't Love Me Yet - 2007)
*recensione non ancora pubblicata*
Chronic City
(Chronic City - 2009)
*recensione non ancora pubblicata*
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