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Norman Mailer

Norman Mailer Long Branch, New Jersey (USA)
31 gennaio 1923

New York City, New York (USA)
10 novembre 2007




I libri che ho letto:

La costa dei barbari
(Barbary Shore - 1951)
Conoscevo solo vagamente la fama di Norman Mailer, annoverato tra i grandi della letteratura americana contemporanea, prima di leggere "La costa dei barbari". Il libro mi ha affascinato pur trovandolo di non facile lettura (almeno per un "profano" quale sono).
Quella che all'inizio sembra una storia minimalista che offre uno spaccato di vita ordinaria in una fetida pensione newyorkese degli anni '50 si trasforma repentinamente in una complessa vicenda ai margini della "guerra fredda" grazie alla quale l'autore esplora le condizioni di vita imposte dal capitalismo occidentale a confronto con gli aneliti rivoluzionari che pure nella società statunitense non erano affatto assenti.
Trovo che a confondere il lettore, più che la complessità dei temi, sia soprattutto l'indeterminatezza dei ruoli dei protagonisti, che mutano continuamente e i cui dialoghi appaiono spesso criptici, quando non addirittura privi di senso.
La sensazione di smarrimento che ne ho ricavato personalmente è simile a quella che si può provare entrando in un cinema a metà del secondo tempo: in molti passaggi del libro avevo l'impressione che mi fosse sfuggito qualcosa.
Nonostante ciò "La costa dei barbari" mi è piaciuto e, a costo di sembrare un pò snob, ho apprezzato la sua complessità in contrapposizione con la banalità di tanta narrativa dozzinale che mi è capitato di leggere negli ultimi anni.
Non credo che questo libro possa piacere a tutti perchè io stesso sento di non averlo compreso appieno e, di sicuro, non è una lettura adatta a svagarsi, però mi ha incuriosito a sufficienza da voler leggere altre opere di Mailer.



Il parco dei cervi
(The Deer Park - 1955)
Leggere questo libro proprio durante gli scandali sessuali che hanno coinvolto recentemente il mondo del cinema mi ha fatto uno strano effetto. Ne "Il parco dei cervi", scritto ed ambientato negli anni '50, Norman Mailer ci descrive un ben oliato e tacitamente approvato sistema di scambi di favori sessuali tra le attrici da una parte e produttori e registi dall'altra, con mutui benefici per ambo le parti. In pieno maccartismo, quando anche solo difendere i diritti delle maestranze veniva considerato anti-americano, le stelline di Hollywood saltavano dal letto di un regista a quello di un produttore, a volte anche convolando a nozze con uno di loro, altre restando nella clandestinità, ma sempre sfruttando a vantaggio della propria carriera il compiacimento che uomini spesso vecchi e grassi non possono non provare di fronte all'interessamento di una bella fanciulla.
Confesso di aver trovato inizialmente noioso questo "Il parco dei cervi" perchè non gradisco le ambientazioni da salotto buono con personaggi ricchi ed annoiati che si abbandonano a libagioni ed intrecci sentimentali. Ma il romanzo regala anche brillanti elucubrazioni sull'amore, sul sesso e sui rapporti umani, e non poteva essere altrimenti dato lo spessore dell'autore. Tuttavia "Il parco dei cervi" resta un libro dalla narrazione piuttosto lenta e a tratti ampollosa, tanto da ricordarmi alcune opere di Fitzgerald in alcuni passaggi.
Scrivo questo perchè, se siete abituati a letture più dinamiche e concitate, temo non potrete fare a meno di trovare tediosa la lettura delle quasi 400 pagine che lo compongono.
A mio avviso non è il miglior libro di Mailer (ho apprezzato maggiormente l'impegnativo "La costa dei barbari") ma rimane una lettura interessante, anche e soprattutto per i collegamenti con l'attualità di cui ho scritto all'inizio di questa breve recensione.

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