Questo sito è dedicato alla mia passione per la letteratura americana contemporanea.
La lettera "k" nel titolo non ha nessuna connotazione negativa: è il solo dominio che ho trovato libero! :-)
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Bernard Malamud

Bernard Malamud New York, New York (USA)
26 aprile 1914

New York, New York (USA)
18 marzo 1986




I libri che ho letto:

Il migliore
(The Natural - 1952)
Confesso di aver acquistato e letto "Il migliore" di Bernard Malamud solo perchè avevo già visto la trasposizione cinematografica con Robert Redford, della quale comunque non ricordavo granchè. Ho apprezzato molto la lettura del romanzo, che mi ha portato a scoprire un autore che ancora non conoscevo e di cui ho poi recuperato e letto praticamente tutto ciò che è stato pubblicato in italiano. "Il migliore" è rimasto il mio libro preferito dell'autore e ritengo che sia il più facilmente apprezzabile dal grande pubblico. La trama del romanzo è avvincente e lo stile scorrevole e confidenziale di Malamud riescono a catturare e trattenere l'attenzione del lettore conciliando sapientemente capacità espressiva e facilità di lettura. Forse è l'argomento peculiare del libro (lo sport) a rendere particolarmente accessibile "Il migliore", senza per questo minarne la potenza espressiva nè lo spessore artistico. La storia del protagonista, un talento naturale del baseball, è comunque apprezzabile anche da chi non è avvezzo allo sport, trattandosi di una bella storia di vita, di forza di volontà, di crescita, di sofferenza e resurrezione, oltretutto niente affatto scontata e più poetica di quanto non sia poi risultata la trama del film omonimo. Personalmente ritengo "Il migliore" uno dei romanzi più rappresentativi della narrativa americana e ne consiglio la lettura a chiunque.



Il commesso
(The Assistant - 1957)
Romanzo minimalista di Malamud le cui vicende ruotano intorno ad una modesta bottega di alimentari situata in una delle zone più povere di Manhattan, da cui il proprietario non riesce a cavare nemmeno il necessario per far vivere dignitosamente la propria famiglia.
Nel dramma quotidiano della miseria, che incombe come una condanna da cui appare impossibile redimersi, si svolgono le semplici vite dei protagonisti, non prive di dilemmi, descritte dall'autore con la consueta attenzione ai particolari.
Nonostante "Il commesso" sia uno dei romanzi più noti di Malamud non è il libro che consiglierei a chi non conoscesse l'autore.



Il popolo
(The People and Uncollected Stories - 1989)
Questo ultimo lavoro di Malamud, pubblicato postumo, è un ottimo esempio della grande capacità espressiva e della genialità di uno dei più apprezzati narratori americani del ventesimo secolo. I sedici racconti che lo compongono ci regalano uno spaccato delle vite, per lo più misere, di protagonisti tanto umani e credibili da appassionare il lettore alle loro vicende, a volte insulse, a volte sorprendenti, come solo la vita può essere.
Il lungo racconto che dà il titolo all'opera, purtroppo rimasto incompiuto, risulta essere una autentica perla, in cui Malamud riesce a mescolare con sarcasmo e fantasia le sorti di reietti d'america mai più distanti tra loro, immaginando un ebreo socialista che viene messo a capo di una tribù indiana per guidarla in un travagliato "esodo" per sfuggire alle forze armate statunitensi che vorrebbero relegarla in una riserva lontana e malfamata.
Come ogni altro libro di Malamud, "Il Popolo" è una lettura affascinate e istruttiva, che merita l'attenzione di ogni appassionato di narrativa, a patto di saper apprezzare quel minimalismo insito nella vita reale che l'autore riesce a rendere magistralmente, e di non cercare solo storie eclatanti e poco plausibili come quelle della letteratura d'intrattenimento.



Dio mio, grazie
(God's Grace - 1982)
Un romanzo sorprendente di uno dei più osannati narratori americani, distante da quel realismo quasi minimalista delle opere più conosciute dell'autore.
"Dio mio, grazie" è una storia di fantasia sulla natura violenta della vita animale, compresa quella "umana", che assume i tratti profetici di una parabola. Su tutto, il rapporto dell'uomo con Dio, ovvero con la sua spiritualità e con la sua capacità di trarvi una speranza spesso irrazionale nel futuro, non necessariamente con il Dio Ebraico dell'autore e del protagonista, che fa la sua comparsa solo brevemente nel testo.
"Dio mio, grazie" è un romanzo brillante e allegorico che sorprende il lettore con lo sviluppo di una trama assolutamente non scontata.
Una lettura consigliabile a chiunque, come tutte le opere di Bernard Malamud, con la sola eccezione forse, in questo caso, dei lettori più giovani, a causa di qualche scena particolarmente cruenta e inquietante.



Una Nuova Vita
(A New Life - 1961)
*recensione non ancora pubblicata*



Gli Inquilini
(The Tenants - 1971)
*recensione non ancora pubblicata*



La venere di Urbino
(Pictures of Fidelman: An Exhibition - 1969)
*recensione non ancora pubblicata*



Le vite di Dubin
(Dubin's Lives - 1979)
*recensione non ancora pubblicata*



Prima gli idioti
(Idiots First - 1963)
*recensione non ancora pubblicata*



Racconti
(The Complete Stories - 1997)
*recensione non ancora pubblicata*

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