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New York, New York (USA)
22 novembre 1966
I libri che ho letto:
Niente di personale
(Nothing personal - 1998)
Primo libro di Jason Starr che mi è capitato di leggere, "Niente di personale" è un thriller originale e brillante, dal ritmo incalzante che, per abusare di un luogo comune, inchioda il lettore alle sue pagine.
Niente a che vedere con gli osannati (e sopravvalutati, a mio avviso) "maestri" del genere, che sfornano continuamente bestseller inverosimili e ingarbugliati: lo stile di Starr è tagliente e ironico e la trama del romanzo appare solida e lineare, nella sua ineluttabilità. Il cinismo dei protagonisti è tristemente plausibile ed è difficile identificare vittime innocenti (salvo eccezioni), perchè ciascuno è teso a soddisfare le proprie impellenti esigenze ed a risolvere i propri guai nel modo piè indolore che la sorte gli offre.
Sono molti gli autori che hanno saputo rendere uno spaccato efficace del sottobosco di miseria umana in cui si producono gli atti criminali, ma Starr mi è parso uno dei pochi capace di trasmettere il grottesco candore di una morale flessibile, condizionata dal vizio e dalla necessità, riuscendo anche a mostrarne il lato comico.
Non esito a consigliare la lettura di "Niente di personale" e mi ripropongo di leggere presto altre opere di Jason Starr.
Chiamate a freddo
(Cold caller - 1997)
Dopo aver letto anche questo romanzo di Jason Starr posso confermare il mio apprezzamento per l'autore americano. "Chiamate a freddo" è un noir stimolante e scorrevole che mantiene vivo l'interesse del lettore sino alla sua conclusione.
Ho trovato particolarmente interessante l'uso della narrazione in prima persona che, oltre a favorire l'immedesimazione del lettore con il protagonista, viene abilmente utilizzata per celare alcuni tratti della personalità del protagonista stesso e alcuni episodi del suo passato. In fondo, ciascuno si dipinge la realtà che preferisce, e nessuno indugierebbe sui propri errori e difetti, raccontando la propria storia.
Non sono solito cercare una morale nei romanzi che leggo, ma è facile ravvisare in "Chiamate a freddo" una tagliente critica nei confronti dell'arrivismo sociale e dei meccanismi che regolano lo sviluppo delle carriere professionali in una metropoli cinica e frenetica come New York.
Consigliato a tutti coloro che sanno apprezzare un thriller originale.
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