Flint, Michigan (USA)
31 luglio 1935

Portsmouth, New Hampshire (USA)
25 giugno 2015

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Ci sono romanzi che ti prendono subito, che ti inchiodano alle sue pagine grazie ad una trama avvincente o ad uno stile di scrittura accattivante. "Ladro di macchine", di Theodore Weesner, non è tra questi.
Personalmente, ho impiegato un po' a lasciarmi coinvolgere dalla lettura di questo romanzo, sia per lo stile, apparentemente indolente, dell'autore, sia per la scarsità di eventi rilevanti nello sviluppo della trama. Ma poi credo di aver capito che il valore di questo libro stia proprio nel garbato minimalismo che lo contraddistingue, che lascia non dette le cose che il lettore può intuire da sè, sulle condizioni di vita del protagonista, sulle conseguenze che dovrà affrontare, sulla evidente carenza di figure di riferimento per la sua crescita, sulla apparente ineluttabilità di un fato che pare già segnato.
L'autore non cerca il coinvolgimento del lettore, non suggerisce facili giudizi nè una morale, semplicemente espone con rassegnata delicatezza le vicende che occorrono ad un ragazzo segnato dalla inadeguatezza dei propri genitori e dallo spietato cinismo di una società che pretende ugualmente che lui cresca responsabilmente.
In conclusione, "Ladro di macchine" è un romanzo interessante, ma temo che possa risultare noioso ai lettori meno motivati.